FONDERIE MORA GAVARDO: Il ruolo chiave della ghisa

18.11.21
Progetti
di lettura

Tre unità produttive dedicate alla fusione: ghisa, alluminio unite alle lavorazioni meccaniche

La flessibilità produttiva è un requisito sempre più importante nell’industria meccanica. Nel settore della fonderia, però, è difficile trovare realtà che siano in grado di gestire pezzi da un chilogrammo a 120 tonnellate. Difficile, ma non impossibile. Fonderie Mora Gavardo è l’unica realtà in Italia e tra le poche in Europa a offrire questa flessibilità produttiva in un unico sito, unita a una serie di servizi aggiuntivi particolarmente apprezzati dai clienti.

Fusioni di qualità

Presente sul mercato da oltre mezzo secolo, Fonderie Mora Gavardo di Brescia opera nel panorama delle fusioni di ghisa  lamellare, sferoidale e speciale, oltre che  di alluminio, avvalendosi di tecnologie  produttive all’avanguardia e di un know- how di filiera completo, che va dallo studio di fattibilità e progettazione in co-design, alla simulazione del processo di colata, fino ad arrivare ai trattamenti termici e a lavorazioni su centri a controllo numerico. L’unità produttiva dedicata alla ghisa, dotata di 5 forni ad induzione, vanta una capacità di lavorazione di 30.000 tonnellate di materiale all’anno. La divisione dedicata all’alluminio realizza invece pezzi secondo i disegni e con i trattamenti superficiali richiesti dal cliente, nell’ambito di una produzione di massa di componenti di piccole/medie dimensioni e di forme anche molto complesse. Prodotti principalmente destinati ai settori automobilistico, motociclistico, industriale, dell’agricoltura, del medicale e della meccanica generale, con una qualità garantita da lavorazioni secondo le certificazioni ISO 9001 (Sistema Gestione Qualità, Aluminium Business Unit, Cast Iron Business Unit, Machining Business Unit) e IATF 16949 (Sistema Gestione Qualità Automotive).«L’azienda nasce verso la fine degli anni’50 per operare nel campo delle fusioni in ghisa, con pesi unitari del prodotto che vanno da 1 kg a 120 tonnellate, e già qui si può intuire qual è la caratteristica principale che l’ha sempre distinta nel panorama nazionale delle fonderie, ovvero l’elevata flessibilità in termini di tipologia di prodotto che realizza - ha affermato Massimiliano Passeri, Chief Operating Officer di Fonderie Mora Gavardo divisione Cast Iron - Entrata nel 2012 a far parte della multinazionale Camozzi, beneficiando di importanti investimenti in termini impiantistici e con particolare  attenzione ai temi della ecosostenibilità, riduzione impatto energetico e di emissioni, l’azienda ha potuto crescere molto  anche grazie alle altre società del Gruppo, alle quali si appoggia per varie necessità, dalla carpenteria alle lavorazioni  meccaniche, fino allo sviluppo di tecnologie innovative come la prototipazione rapida o tecniche di manutenzione predittiva, attraverso uno scambio d’attività  molto intenso e un intreccio continuo di competenze interne al gruppo Camozzi. I temi della digitalizzazione dei processi sono affrontati attraverso l’implementazione di piattaforme HW e SW di Camozzi Digital, che ha supportato Fonderie Mora Gavardo nella introduzione di un sistema MES aziendale (Manufacturing Execution System). Il MES è responsabile del coordinamento e della verifica dei KPI per tutti i processi, con armonizzazione degli impianti agli standard produttivi Camozzi e allineamento alle ultime tecnologie della quarta rivoluzione industriale. L’Industry 4.0 compliance è realizzata attraverso dispositivi IIoT e monitoraggio/ feedback real time di tutte le macchine, attraverso la piattaforma DRM - Digital  Remote Maintenance - sempre sviluppata  da Camozzi Digital». L’appartenenza al Gruppo ha permesso  a Fonderie Mora Gavardo di maturare in  termini d’esperienza acquisita, operando all’interno di un vasto ambito di mercato,  dove ha affrontato e vinto numerose sfide, a partire dall’alto standard qualitativo  (divenuto ormai un requisito imprescindibile ma che, spesso, si tende a dare per scontato), dalla flessibilità produttiva e  dalla rapidità del time-to-market. Quando il cliente chiede un prodotto, molto  spesso coinvolge Fonderie Mora a livello di partnership nelle fasi di co-engineering,al fine di ottimizzare le prestazioni  del manufatto mantenendo, al contempo, i costi sotto controllo.

Ricerca, sviluppo, tecnologia

«Proprio parlando di livello qualitativo è importante comprendere quanto sia  fondamentale la bontà delle materie prime: attraverso una nostra area interna dedicata eseguiamo un’ampia attività di  ricerca e sviluppo sui materiali, investendo in risorse e strumentazione, per essere sempre all’avanguardia in questo campo e consentire al cliente un risparmio laddove possibile, visto che una fonderia utilizza in gran parte materiale ferroso di riciclo: ciò, anche in considerazione del fatto che in  questo periodo c’è un grosso problema di  approvvigionamento di materie prime e i costi stanno  decisamente lievitando ha aggiunto Passeri - È il cliente stesso che ci chiede di non adagiarci sulle pratiche comuni, ma di portare avanti una strategia di R&D per poter disporre di prodotti d’alta gamma, ovviamente spendendo il giusto. Il Gruppo Camozzi presidia le tecnologie all’avanguardia, grazie a un continuo investimento in know-how e in ricerca avanzata attraverso collaborazioni strutturate con Università, enti e istituzioni per la ricerca e l’innovazione. Per questo motivo siamo in grado di offrire ai nostri clienti una vasta proposta di soluzioni, partendo dal materiale base che coliamo, sbaviamo e verniciamo, fino ad arrivare alla fornitura del prodotto finito, lavorato meccanicamente, assemblato all’occorrenza e testato nelle officine interne al Gruppo, con massima sinergia lungo tutta la filiera, pronto da in- stallare sul mezzo che il committente sta realizzando».

È interessante evidenziare come, sebbene nel corso degli anni le nuove tecnologie abbiano permesso lo sviluppo e lo sfruttamento di materiali innovativi come l’alluminio, la fibra di carbonio o altri compositi, che hanno rivoluzionato il mondo delle costruzioni meccaniche, la ghisa rimanga comunque un elemento centrale nel comparto industriale. Questo grazie alle sue caratteristiche di elevata resistenza, grande duttilità e facilità di essere colata per assumere la forma desiderata, anche se molto complessa, che le consentono un utilizzo in svariate applicazioni. Come per il comparto della meccanica legata alla costruzione di veicoli per la movimentazione terra, proprio in virtù del fatto che una buona formula metallurgica di questo materiale si avvicina molto, per caratteristiche, all’acciaio, senza ereditarne le complessità di gestione del processo produttivo.

«Abbiamo ghise che hanno elasticità nulla (ghise meccaniche), utilizzate per esempio nelle scatole del cambio o nelle frizioni, così come ghise sferoidali trattate con il magnesio, che invece hanno un’elevata elasticità, anche superiore al 20%, usate in parti di sospensioni o assali - ha proseguito Passeri - Questo per dire che, all’interno della  stessa macro-categoria di materiale, abbiamo una vastità di soluzioni adatte a differenti ambiti manifatturieri e, nel caso del  movimento terra, la ghisa è praticamente  insostituibile, a differenza dell’automotive, dove in questi anni si è assistito a una sua  progressiva e graduale riduzione a favore  dell’alluminio, dei termoplastici e dei compositi».

Rimanendo nel settore dei mezzi escavatori, il range di prodotto che Fonderie Mora Gavardo è in grado di realizzare va dai piccoli porta-satelliti da un chilogrammo per la rotazione dei cingoli, fino al telaio trattore da 750 chilogrammi. Persino in questa fase di transizione verso l’elettrificazione dei mezzi di movimentazione terra, l’azienda bresciana non teme ripercussioni negative sul proprio lavoro poiché di fatto questi componenti meccanici sono vincolati dal tipo di propulsione del mezzo.

«Ci stiamo anche certificando secondo la normativa IATF 16949, indispensabile nel settore automobilistico. Anche se ciò può apparire eccessivo, pensiamo che questa certificazione sia così stringente e selettiva che possa portare vantaggi anche in tutti gli altri settori. - ha concluso Passeri - Oltretutto, oggi il comparto della movimentazione terra si trova di fronte ad un bivio, perché ormai i costruttori stanno cominciando a richiedere requisiti qualitativi così elevati che sono paragonabili a quelli dell’automotive. Considerando che molti mezzi ormai possono circolare per strada, vogliamo anticipare i tempi ed essere all’avanguardia anche con questo approccio al mercato». 

FonteTecnologie Meccaniche n. 11(Novembre 2021)